sabato 25 gennaio 2014

IO SONO UNA PIPPOMANE

Lexotan? Nì, grazie.

Prima o poi arrivi in un punto della tua vita in cui scopri il significato di parole nuove, o termini il cui solo nome ti fa viaggiare col pensiero, meglio di un souvenir dall' Olanda. Ecco, io ci sono arrivata. Mi auguro che a voi non succeda mai, perché non sempre si associa a bei momenti. Fatto sta che, mentre mi accingevo al fatato incontro con queste goccine dall' aspetto innocuo, due occhi erano puntati su di me e non erano certo quelli di Nostro Signore.
Avete presente quando qualcuno vi guarda con un misto di commiserazione e profondo cordoglio? Ovviamente non è proprio uno di quegli sguardi che fa piacere sentirsi addosso. Perché, in fondo, tu sai di essere solo una pippomane, ma gli altri non conoscono quanto infinite siano le tue zone d' ombra (roba che manco il sole di un agosto salentino riesce a scaldare) e credono tu sia pazza al pari di Di Caprio in Shutter Island.
Perlomeno sei convinta che loro stiano pensando questo, ma se gli esponi la tua verità inconfutabile negheranno finanche a vendersi la madre per convincerti del contrario.
E' poi tanto importante il giudizio degli altri? Io non credo, basta far pace col proprio cervello e cercare di assomigliare quanto più possibile a un colino da thè: cerchiamo di filtrare lo stretto necessario, limitato ai pochi apprezzamenti che la gente davvero sincera ci fa, eliminando tutti quelli dettati dall' invidia, soltanto scorie per il nostro organismo. E la nostra crescita personale.
E che vi frega se il vostro vicino vi vede uscire di casa con tanto di ventiquattrore, pensando chissà quale impresa fighissima o viaggio mistico vi accingete a compiere alle undici di sera? Non c' è bisogno che avvisiate il quartiere intero se avete in mente un Pigiama Party con l' amica di vostra madre. In fondo, chi può dire di conoscere a fondo la psicologia umana? Già il fatto stesso di affrontare simili argomenti mi fa sentire più vicina alla mia amica Ansia e più lontana dalla normalità in cui vorrei vivere. Ogni tanto ci penso e mi chiedo se non fosse più facile porsi meno domande, ma come si fa? Come faccio a non chiedermi il perché di ogni cosa che mi circonda? Io sono fatta così e, anche se non posso dire di essere contenta del risultato finale, non mi va di prendermela col mio corredo cromosomico, ma solo con talune inflessioni del mio carattere, plasmate da letture poco consone alla mia giovane età di scrittrice in erba.
Di recente mi è capitato anche di intrattenere lunghe conversazioni con l' accendisigari della mia auto o con una mattonella particolarmente simpatica, ma da qui a reputarmi pazza ce ne vuole.
Orsù dunque posso dire che sì, pippomani si nasce. E credo si muoia anche, continuando nel corso degli anni ad essere affetti da (e a volte anche un po' affezionati a ) questa grave malattia . Altrimenti io non sarei qui a parlare davanti a un foglio bianco A4 in formato digitale come fosse un amico di vecchia data, a cui mi rivolgo dandogli perfino del Voi.



Buona giornata a tutti e, anche se virtualmente, abbracciamoci.
Come solo i bambini sanno fare...






lunedì 6 gennaio 2014

LA LISTA DEL PIACERE

ovvero cosa fare quando mancano 4h e 10 minuti al trillo della sveglia.

In attesa di partire per il mio viaggio mistico come Lise di Mangia, Prega, Ama, che mi permetterà di non bestemmiare più in situazioni come questa, io stilo una lista delle cose che mi piace fare*:
  1. camminare, mi aiuta a scaricare le tensioni
  2. andare a spasso con Tetta (per chi non lo sapesse è la mia bicicletta, e sortisce lo stesso effetto di cui al punto 1)
  3. scrivere (dall' agenda che ho in borsa alla lista della spesa, l' amore per le parole non lo si può contenere ^.^ )
  4. mangiare dolci, specie se appartenenti alla categoria "cioccolatosi"
  5. vestirmi con colori sgargianti (non a tutto c' è un perché)
  6. andare a comprare dei girasoli
  7. sporcarmi le mani con la terra, facendo finta di aver ereditato dai miei genitori il pollice verde
  8. bere una tisana sul divano
  9. cercare il significato delle parole che non conosco
  10. cospargermi di crema dopo la doccia (ogni allusione al pan di Spagna è puramente casuale)
  11. [sentir] parlare lingue diverse
  12. stancarmi dopo l' attività fisica (dubito che sia una passione questa, ma la inserisco ugualmente qui, come si dice 'chi più ne ha, più ne metta')
  13. laccarmi le unghie di rosso
  14. mangiare in compagnia
  15. fare una passeggiata al mare (possibilmente da sola e con sottofondo di CD strappalacrime se anche a voi, come me, la sindrome premestruale dura 20giorni al mese)
  16. vedere un film al cinema (ho scoperto quanto può esse liberatoria l' esperienza di andarci da sola, se non fosse altro che si riesce a evitare i classici commenti da post-film quando tu vorresti solo essere lasciata alla tua tristezza mentre ti stai chiedendo come sia stato possibile per te far fuori quell'enorme secchiello di pop corn che adesso tieni fra le mani. Vuoto. Così come vuoti sono i pensieri che ti accostano a quel bel moro sexy con le spalle larghe quanto tutto lo schermo della sala mentre ti ritrovi a dire che no, non pensavi affatto che il protagonista fosse troppo melenso, anzi tu hai SEMPRE desiderato un uomo così)
  17. programmare i milamila viaggi che farò nella mia vita
  18. sfogliare giornali di arredamento d' interni (non c'è bisogno che mi facciate notare che non ho ancora una casa tutta mia, prrrrrrrrrrrrr....)
  19. truccarmi, ma anche essere acqua e sapone (scusate se la mia dualità esce da tutti i pori)
  20. farmi fare un massaggio ai piedi (feticisti in pensione e/o massaggiatori precari fatevi avanti)
  21. preparare una valigia (sono diventata un' espertissima di quelle da compagnia low-cost)
  22. chiacchierare (qualcuno aveva dubbi?)
  23. prendere il caffè al bar
  24. scrivere lettere a mano e imbucarle dopo aver attaccato su un francobollo (adoro il mio essere antiquata, che posso farci?)
  25. impacchettare regali di ogni specie
  26. FARE regali di ogni specie, cioè spremermi le meningi per carpire i gusti del/la festeggiato/a di turno
  27. cantare a squarciagola mentre sto guidando in macchina (se vi capita di incontrarmi farò finta di non vedervi, tranquilli)
  28. ascoltare il rumore della pioggia
  29. fare yoga
  30. ricevere coccole (...ecco, anche questa non sapevo se inserirla tra le cose che amo)
  31. fare le bolle di sapone
  32. osservare qualcosa di verde (lo so, i daltonici mi staranno odiando in questo momento, ma mi sono resa conto che è un' attività alquante rilassante per me)
  33. ascoltare il canto degli uccellini, durante una passeggiata, sempre nel verde
  34. osservare le foglie autunnali appena cadute dagli alberi (sempre nel verde credo di poterlo anche omettere questa volta)
  35. imparare a memoria termini puramente medico-sanitari
  36. guardare negli occhi la gente
  37. osservare i denti delle persone quando sorridono (amo le dentature perfette, ma anche quelle imperfette, quindi non forzatevi di esser seri la prossima volta che mi incontrerete)
  38. [far finta di] imparare a cucire qualcosa con la Signora Singer, ultimo regalo serio di mamma e papà
  39. raccogliere conchiglie in spiaggia d' inverno
  40. ammirare ambienti grandi e rigorosamente bianchi
  41. andare in libreria e perdermi fra gli scaffali, per non ritrovarmi mai più
  42. sognare a occhi aperti...

Ecco, se come me non siete arrivati neanche al punto 10 non fatevi assalire dall' ansia: anch' io ho rischiato di addormentarmi nel rileggerli (tranquilli, ma un controllo ortografico era d' obbligo da parte mia, non volevo essere masochista a tutti i costi).
La conclusione a cui voglio arrivare però è questa: stilate anche voi la vostra
Lista del Piacere, vi tornerà utile quando, come è successo oggi a me, dovrete inventarvi qualcosa in attesa che Morfeo torni dalla sua serata in discoteca. Se non siete stati attenti ho utilizzato il punto 3 per arrivare fino a qui, e per chi se lo stesse chiedendo, sì, la gente seria va a lavorare anche il giorno della Befana.

Un bacio e una giravolta... Smak!

                            
            *Un grazie speciale a Mimma, lei sa che grossa mano mi sta dando.



                                

        


mercoledì 1 gennaio 2014

HAKUNA MATATA.



Chi dice che tutto è perduto e non si può ricominciare?
Certo, da zero, si comincia sempre da lì.
Per far questo dovrei mandare a quel paese tante persone, ma voglio immaginarmi più buona di quel che sono nella realtà e [provare ad] amare tutti finché avrò la pazienza di farlo.

   Sì, sono caduta in basso negli ultimi mesi, credo di aver toccato il fondo della mia umile esistenza, ma mi sto convincendo sempre di più che questo pozzo chiamato disperazione (o anche vita, fate voi) chissà quanto profondo sia, se poi siamo sempre qui a parlarne.
Mi ritrovo seduta in questo posto (se non vi ho detto dove è perché mi piace pensare che mi stiate immaginando tutti in un punto diverso su Google Earth) a scrivere sul blog nella notte di S. Silvestro, nell' unica sera in cui potrei far tardi senza dover dare ai miei adorati genitori l' esatto recapito corredato di numero civico che ha avuto
l' onore di ospitare la mia presenza. Povera me. Ovviamente non è escluso che finora qualche dubbio sulla mia precarietà mentale vi sia già sorto, ma tranquilli: ho speranze di migliorare nel prossimo anno.
   Arrivata al 31 dicembre mi sento un tantino più leggera. Credo infatti che le mie ghiandole lacrimali vogliano prendersi una pausa per quest' anno, tenendo conto che a furia di secernere liquidi rischio di instaurare un' amicizia profonda con il farmacista che, nel vedermi arrivare, ogni volta mi sorride e non mi chiede neanche più quale marca di gocce oculari io preferisca. Ho potuto constatare quali danni morali possa comportare un attacco di panico e a partire da quel momento (un giorno sono sicura che arriverò a definirlo come la mia rinascita) il mio mantra è stato sempre e soltanto uno: RESPIRA. Ormai me lo ripeto così tante volte che, anche quando sono sola, mi sento in compagnia di qualcuno. Come l' amico immaginario che tutti abbiamo, quello a cui ogni mattina davanti allo specchio dovremmo dire Namasté congiungendo le mani in segno di ringraziamento.



Immagine presa dal web, ma potete sempre
   credere che sia io, qualche chilo in più e qualche
 capello in meno, mentre faccio yoga in spiaggia.
                                                  


  Non ho ancora capito se appartengo alla schiera del Nulla Avviene Per Caso oppure sono più per Tutto E' Frutto Del Caos: fatto sta che penso sia arrivato il momento di mettere un punto nella mia vita e lo imprimo nero su bianco in questa giornata, che sembra sempre troppo corta. O troppo lunga. Dipende dalla vostra situazione al momento, si sa che la depressione a Capodanno è soggettiva.
   La maggior parte della gente crede di fare i conti col passato solo in questa data sul calendario, quando scende una lacrimuccia al levar dei calici e promesse d' amore vengono sussurrate ad orecchi innamorati sotto un ramo di vischio. Io però dal canto mio, qualche dubbio ce l' avrei sui reali effetti di questa pianta cespugliosa, se non fosse altro che l' ho vista solo in foto o in versione sintetica per addobbi natalizi. Poi potete sempre avvalervi della facoltà di dissentire, in fondo il mondo è bello perché è vario.

   Tornando a noi, fermate la vostra galoppante fantasia ed eventuali sbuffi, non sono qui per stilare un menù di buoni propositi, vuoi perché ogni volta, quelle che si rivelano le mie genialità (sì, lo so, a volte pecco di superbia cosmica) sono sempre quanto di più impensabile la mia mente troppo pigra abbia mai potuto immaginare di poter partorire. Dunque niente velleità per questo 2014, non serve ricordare che la mia ultima
To Do List  risale a settembre di quest' anno, ma non ho assolutamente idea di quali fossero le mie priorità 90 giorni orsono.
Capite bene che la qui scrivente (come voi del resto, è inutile che fate di no con la testa), cominci a nutrire seri dubbi sulla sua stessa credibilità. Di essere alquanto stramba lo avevo già sentito dire, ma trovatemi una donna che non lo sia.
Siamo tutte così, come la Luna con le sue fasi, e se possibile forse ne abbiamo anche di più di 8 al mese, tenendo conto che il nostro atteggiamento è mutevole per natura e, anche volendo escludere i giorni del ciclo mestruale, siamo in grado di cambiare umore una quindicina di volte nell' arco della stessa giornata (un paio di variazioni all' ora mi sembra una media discreta e alquanto veritiera, se si esclude la  notte; e anche qui non è detto che possa succedere una catastrofe planetaria che ci impedisca di dormire beatamente e ci costringa a letto con impacchi di camomilla sugli occhi).

   Detto questo, volevo solo informarvi che no, non ho smesso di scrivere. Probabilmente cambierò l' argomento dei miei post: data la mia scarsa propensione, dubito che possa ancora preparare torte, ormai la voglia di tenere un mestolo in mano è sparita dalla mia vita così come la persona che mi aveva fatto avvicinare a questo mondo, così alchemico per me, chiamato cucina. O forse sarebbe più giusto dire che
l' amore per i fornelli si è solo assopito, non è detto che un giorno non ricominci a sfornare biscotti, ma ad ora non vi è dubbio: lo spadellamento per me è inversamente proporzionale alle visite giornaliere che faccio al mio amato amico frigorifero.
   Quindi, miei cari lettori, mettetevi belli comodi sul divano perché, se qualcuno non lo avesse notato, la brevità non è il mio forte e i voli pindarici ho scoperto solo adesso che non sono una specialità delle Frecce Tricolori. E qui tutte le cellule del mio corpo intonano in coro un Hallelujia al mio amico Mario, che accresce la mia alfabetizzazione e con il quale non esagero se dico che ci incontriamo giusto il tempo di un caffè, salvo poi notare che quando ci salutiamo sono le 4:30 del mattino. Sempre. Mi sa che non sono l' unica logorroica qui.

   Nel frattempo che scrivevo siamo entrati nel nuovo anno, e io ho deciso una cosa:
basta sovraccaricare la testa di pensieri, svuotiamola ogni tanto, buttiamo via quello che dalle nostre sinapsi è scaturito e liberiamocene, avrà un effetto immediato e a lungo rilascio di endorfine. HAKUNA MATATA, cantavano Timon e Pumbaa ne
Il Re Leone, e io voglio fare mio questo pensiero, voglio che sia il mio secondo mantra, capita che a volte il primo lo dia in prestito a qualcuno.

   

 

  '... le parole tradiscono il pensiero,
ma mi sembra che le parole scritte lo tradiscano
ancor di più.
Scrivere è una scelta perpetua tra mille espressioni.
Si è sempre così poco chiari quando si tenta di essere esaurienti!
Se è difficile vivere, è ancor di più spiegare la propria vita'.                                                          
 
 
 
A tal proposito volevo rendervi partecipi dell' amore smisurato che ho avuto per queste righe, sottolineate nel pomeriggio davanti a una tisana calda e al mio depositario di segreti per eccellenza, il mare. Condivido il pensiero di questa grande scrittrice, Marguerite Yourcenar, che spiega in questo libro, attraverso la voce del suo personaggio Alexis, quanto possano essere fuorvianti o poche adatte alcune parole, per esprimere un concetto o uno stato d' animo. Probabilmente non tutti possono essere bravi a scrivere, né io mi annovero in questa categoria, però ho deciso che, se i miei pensieri nemmeno la pioggia di questi giorni è riuscita a lavar via, posso almeno appuntarli da qualche parte che non siano fogli sparsi che perdo con la facilità con cui cambio borsa.
Forse uno fra voi si starà chiedendo perché scrivo, ma chissà se davvero può interessare a qualcuno.
In fondo si sa com'è, alla vita dobbiamo dare risposte, che importa poi di quante siano le domande.
Ovviamente fra tanto blaterare ho scordato l' essenza di questo post:
                                
                                  IO VOLTO PAGINA. HAKUNA MATATA.