mercoledì 1 gennaio 2014

HAKUNA MATATA.



Chi dice che tutto è perduto e non si può ricominciare?
Certo, da zero, si comincia sempre da lì.
Per far questo dovrei mandare a quel paese tante persone, ma voglio immaginarmi più buona di quel che sono nella realtà e [provare ad] amare tutti finché avrò la pazienza di farlo.

   Sì, sono caduta in basso negli ultimi mesi, credo di aver toccato il fondo della mia umile esistenza, ma mi sto convincendo sempre di più che questo pozzo chiamato disperazione (o anche vita, fate voi) chissà quanto profondo sia, se poi siamo sempre qui a parlarne.
Mi ritrovo seduta in questo posto (se non vi ho detto dove è perché mi piace pensare che mi stiate immaginando tutti in un punto diverso su Google Earth) a scrivere sul blog nella notte di S. Silvestro, nell' unica sera in cui potrei far tardi senza dover dare ai miei adorati genitori l' esatto recapito corredato di numero civico che ha avuto
l' onore di ospitare la mia presenza. Povera me. Ovviamente non è escluso che finora qualche dubbio sulla mia precarietà mentale vi sia già sorto, ma tranquilli: ho speranze di migliorare nel prossimo anno.
   Arrivata al 31 dicembre mi sento un tantino più leggera. Credo infatti che le mie ghiandole lacrimali vogliano prendersi una pausa per quest' anno, tenendo conto che a furia di secernere liquidi rischio di instaurare un' amicizia profonda con il farmacista che, nel vedermi arrivare, ogni volta mi sorride e non mi chiede neanche più quale marca di gocce oculari io preferisca. Ho potuto constatare quali danni morali possa comportare un attacco di panico e a partire da quel momento (un giorno sono sicura che arriverò a definirlo come la mia rinascita) il mio mantra è stato sempre e soltanto uno: RESPIRA. Ormai me lo ripeto così tante volte che, anche quando sono sola, mi sento in compagnia di qualcuno. Come l' amico immaginario che tutti abbiamo, quello a cui ogni mattina davanti allo specchio dovremmo dire Namasté congiungendo le mani in segno di ringraziamento.



Immagine presa dal web, ma potete sempre
   credere che sia io, qualche chilo in più e qualche
 capello in meno, mentre faccio yoga in spiaggia.
                                                  


  Non ho ancora capito se appartengo alla schiera del Nulla Avviene Per Caso oppure sono più per Tutto E' Frutto Del Caos: fatto sta che penso sia arrivato il momento di mettere un punto nella mia vita e lo imprimo nero su bianco in questa giornata, che sembra sempre troppo corta. O troppo lunga. Dipende dalla vostra situazione al momento, si sa che la depressione a Capodanno è soggettiva.
   La maggior parte della gente crede di fare i conti col passato solo in questa data sul calendario, quando scende una lacrimuccia al levar dei calici e promesse d' amore vengono sussurrate ad orecchi innamorati sotto un ramo di vischio. Io però dal canto mio, qualche dubbio ce l' avrei sui reali effetti di questa pianta cespugliosa, se non fosse altro che l' ho vista solo in foto o in versione sintetica per addobbi natalizi. Poi potete sempre avvalervi della facoltà di dissentire, in fondo il mondo è bello perché è vario.

   Tornando a noi, fermate la vostra galoppante fantasia ed eventuali sbuffi, non sono qui per stilare un menù di buoni propositi, vuoi perché ogni volta, quelle che si rivelano le mie genialità (sì, lo so, a volte pecco di superbia cosmica) sono sempre quanto di più impensabile la mia mente troppo pigra abbia mai potuto immaginare di poter partorire. Dunque niente velleità per questo 2014, non serve ricordare che la mia ultima
To Do List  risale a settembre di quest' anno, ma non ho assolutamente idea di quali fossero le mie priorità 90 giorni orsono.
Capite bene che la qui scrivente (come voi del resto, è inutile che fate di no con la testa), cominci a nutrire seri dubbi sulla sua stessa credibilità. Di essere alquanto stramba lo avevo già sentito dire, ma trovatemi una donna che non lo sia.
Siamo tutte così, come la Luna con le sue fasi, e se possibile forse ne abbiamo anche di più di 8 al mese, tenendo conto che il nostro atteggiamento è mutevole per natura e, anche volendo escludere i giorni del ciclo mestruale, siamo in grado di cambiare umore una quindicina di volte nell' arco della stessa giornata (un paio di variazioni all' ora mi sembra una media discreta e alquanto veritiera, se si esclude la  notte; e anche qui non è detto che possa succedere una catastrofe planetaria che ci impedisca di dormire beatamente e ci costringa a letto con impacchi di camomilla sugli occhi).

   Detto questo, volevo solo informarvi che no, non ho smesso di scrivere. Probabilmente cambierò l' argomento dei miei post: data la mia scarsa propensione, dubito che possa ancora preparare torte, ormai la voglia di tenere un mestolo in mano è sparita dalla mia vita così come la persona che mi aveva fatto avvicinare a questo mondo, così alchemico per me, chiamato cucina. O forse sarebbe più giusto dire che
l' amore per i fornelli si è solo assopito, non è detto che un giorno non ricominci a sfornare biscotti, ma ad ora non vi è dubbio: lo spadellamento per me è inversamente proporzionale alle visite giornaliere che faccio al mio amato amico frigorifero.
   Quindi, miei cari lettori, mettetevi belli comodi sul divano perché, se qualcuno non lo avesse notato, la brevità non è il mio forte e i voli pindarici ho scoperto solo adesso che non sono una specialità delle Frecce Tricolori. E qui tutte le cellule del mio corpo intonano in coro un Hallelujia al mio amico Mario, che accresce la mia alfabetizzazione e con il quale non esagero se dico che ci incontriamo giusto il tempo di un caffè, salvo poi notare che quando ci salutiamo sono le 4:30 del mattino. Sempre. Mi sa che non sono l' unica logorroica qui.

   Nel frattempo che scrivevo siamo entrati nel nuovo anno, e io ho deciso una cosa:
basta sovraccaricare la testa di pensieri, svuotiamola ogni tanto, buttiamo via quello che dalle nostre sinapsi è scaturito e liberiamocene, avrà un effetto immediato e a lungo rilascio di endorfine. HAKUNA MATATA, cantavano Timon e Pumbaa ne
Il Re Leone, e io voglio fare mio questo pensiero, voglio che sia il mio secondo mantra, capita che a volte il primo lo dia in prestito a qualcuno.

   

 

  '... le parole tradiscono il pensiero,
ma mi sembra che le parole scritte lo tradiscano
ancor di più.
Scrivere è una scelta perpetua tra mille espressioni.
Si è sempre così poco chiari quando si tenta di essere esaurienti!
Se è difficile vivere, è ancor di più spiegare la propria vita'.                                                          
 
 
 
A tal proposito volevo rendervi partecipi dell' amore smisurato che ho avuto per queste righe, sottolineate nel pomeriggio davanti a una tisana calda e al mio depositario di segreti per eccellenza, il mare. Condivido il pensiero di questa grande scrittrice, Marguerite Yourcenar, che spiega in questo libro, attraverso la voce del suo personaggio Alexis, quanto possano essere fuorvianti o poche adatte alcune parole, per esprimere un concetto o uno stato d' animo. Probabilmente non tutti possono essere bravi a scrivere, né io mi annovero in questa categoria, però ho deciso che, se i miei pensieri nemmeno la pioggia di questi giorni è riuscita a lavar via, posso almeno appuntarli da qualche parte che non siano fogli sparsi che perdo con la facilità con cui cambio borsa.
Forse uno fra voi si starà chiedendo perché scrivo, ma chissà se davvero può interessare a qualcuno.
In fondo si sa com'è, alla vita dobbiamo dare risposte, che importa poi di quante siano le domande.
Ovviamente fra tanto blaterare ho scordato l' essenza di questo post:
                                
                                  IO VOLTO PAGINA. HAKUNA MATATA.

6 commenti:

  1. Era ora che tornassi...in ogni senso

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    1. Anche se Anonimo conoscerai di certo la mia storia... Quindi ti sono grata per il semplice fatto che gioisci con me di questo passo in avanti che mi accingo a compiere! Un abbraccio caldo caldo!

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  2. Grazie per la reclame al blog, l'halleluja e l'aver sottolineato la mia logorrea!
    Ma sai che è sempre un piacere passare di palo in frasca in discorsi improvvisati, ogni volta entrando in quella dimensione parallela dove le nostre conversazioni deformano il tempo, facendoci sembrare attimi quelle che invece sono le ore del "giusto il tempo di un caffè".
    Auguri per la rinnovata voglia di scrivere!
    Hai preso una saggia decisione perché scrivere è catartico.

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  3. Risposte
    1. Mi ero solo presa una vacanza... Alquanto lunga direi! Bacio

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